Pensieri e Poesie


Maggio 2015
 
 

CAMMINERO’

Camminerò lungo la strada della mia vita,

cercando la Tua presenza intorno…

Com’è la tua voce? Dov’è il Tuo volto riflesso?

Ascolterò il fruscio del vento tra le foglie,

il mormorio dell’acqua che scorre nel ruscello

e scruterò i colori dei prati che cambiano con le stagioni.

Ogni passo in avanti sarà colmo del mio sentire,

delle sensazioni provate e degli incontri vissuti.

Sul cammino sarò pieno di gioia

perché sempre Ti avrò accanto,

anche quando il vento non muove le foglie,

quando il ruscello è asciutto e la notte nasconde tutti i colori…

anche allora Tu ci sarai per me…

ed io voglio esserci per Te.
 
Poesia presentata per l'Evento 'Poesia nel Parco' del 02 Giugno 2015 organizzato da Associazione Culturale FORICIRCUITO San Martino B.A. (Verona).
 
 
TEMPO DI DONARE
Non ho tempo ora, devo andare.
C’è chi mi cerca e… non posso farlo aspettare!
Sono minuti preziosi questi per la vita che scorre intorno, dentro ciascuno di noi.
Non ho tempo, ora devo proprio andare!
Un ritardo potrebbe essere fatale per coloro che pur non sanno che sto per arrivare…
Nessuno mi aspetta, ma tutti mi chiamano e confidano in me.
Non ho tempo ora, devo andare…
Ci sono voci che odo e canti che non mi lasciano riposare,
c’è qualcuno che chiama incessantemente il mio calore…
Non ho tempo, ora devo assolutamente andare.
Tornerò più tardi e allora potremo parlare…
Ti racconterò della speranza che ti riempie il cuore
Ti racconterò la gioia che si prova nel donare
Ti racconterò del tempo in cui non sapevo amare.
Queste parole direbbe il mio sangue… se solo potesse parlare.
 
Poesia presentata alla 4a edizione del Concorso di Poesia 15 Febbraio 2014 LA CAREZZA DI UN VERSO “L’AMORE E’ DONARSI … DONARE SANGUE E’… ” organizzato dalle sezioni di FIDAS VERONA CENTRO in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del comune di Verona e Verona in Love del Consorzio Verona Tuttintorno, per aiutarci con dei versi a promuovere il Dono del Sangue.  

Giugno 2014
In un libro di Primo Levi ho trovato una splendida descrizione della metamorfosi del girino in rana... mi sono riconosciuta nella povera bestiola ed ho riflettuto sul fatto che quello che stà capitando nella mia vita professionale negli ultimi mesi è qualcosa di molto 'drastico' e incomprensibile per me stessa che lo sto vivendo... per molti aspetti simile alla metamorfosi del girino.


"Che fosse un periodo drammatico, si notava a prima vista. Era una brusca e brutale pubertà: la bestiola diventava inquieta, come se avvertisse in sé il travaglio di chi cambia natura, e ne è sconvolto nella mente e nei visceri; forse non sapeva più chi era. Nuotava frenetica e spersa, con la coda sempre più corta e le quattro zampine ancora troppo deboli per la bisogna. Nuotava in tondo, cercando qualcosa, forse aria per i suoi polmoni nuovi, forse un approdo da cui salpare per il mondo.
Primo Levi, Ranocchi sulla luna.


Maggio 2014
Mi è capitato in questi giorni di leggere sul libro che ho per le mani in questo tempo, che s'intitola "Pietre, Piume e Insetti, l'arte di raccontare la natura" a cura di Matteo Sturani, questa riflessione di Calamandrei. Ne sono rimasta colpita...

"Lasciami questo ingenuo gusto di chiamar questi aspetti della natura coi dolci nomi di allora e la pretenziosa, ma innocente illusione di considerar l'incontro con un fiore come l'incontro con un vecchio amico. Lo so che il fiore tace e non risponde al mio saluto; ma tu credi sul serio che gli uomini, tra i quali viviamo in consorzio, siano l'uno per l'altro creature meno inaccessibili delle piante e degli insetti?
Non sai se lo stelo d'erba che sfiori passando percepisca la tua carezza, nè se lo scarabeo che fai camminare sul palmo della tua mano intraveda la tua grande ombra di uomo: ma sei tu più certo di sapere che cosa pensa, quando gli passi accanto, colui che tu chiami tuo simile? Qualcuno ha parlato di natura impassibilene, inesorabile, contrapposta alla solidarietà degli uomini, ma tutte le crature che esistono, compresi gli uomini, sono impassibili ed inesorabili, separate senza rimedio l'una dall'altra, senza possibilità di comunicare tra loro. 
Nel giorno del mio più disperato lutto, il tremito della mia angoscia non riesce a farsi sentire oltre il chiuso orecchio del mio cuore: e non impedisce al mio vicino, anche a quello più stretto e più caro, di avere il cuore in festa per una felicità che gli ha sorriso in quella stessa ora. Ogniuno tra gli uomini o tra le piante, vive e muore in segregazione cellulare: a malapena l'amor può aprire per istanti qualche varco nella parete.
Dunque, amico, non mi dar del matto se quando vado per monti parlo ad alta voce ai fiori e alle farfalle: credi tu di esser meno matto quando parli cogli uomini nella speranza che quelli ti rispondano?" 
Piero Calamandrei, Inventario della casa di campagna




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